Vesprini lascia, protocollate stamane le dimissioni. "Il Pd mi vuole fuori"
08.06.2021

Da stamane Valerio Vesprini non è più un assessore della giunta Loira. La lettera con la quale abbandona la delega al commercio e allo sport dopo 9 anni al fianco del sindaco è stata protocollata ed è sul tavolo del primo cittadino. Scelta senza ripensamenti dopo un summit ieri sera con i fedelissimi della lista civica "Servire". La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la manovra del Pd sangiorgese in pressing sul sindaco per una revoca della delega dopo il voto di astensione sul bilancio preventivo 2021, oltre ad una lunga serie di scelte attuate dalla maggioranza che ha visto i civici contrari, come il taglio dei dirigenti per la nuova pianta organica.
Dimissioni annunciate quelle di Valerio Vesprini ma mai attuate per rispetto nei confronti della categoria dei commercianti alle prese con la crisi dovuta alla pandemia. Un impegno che lo ha visto attivo fino all'ultimo anche nell'organizzazione dell'evento Street Food ma che proprio ieri è stato targato Assessorato alla cultura. Uno schiaffo della Baldassarri al collega Vesprini che segna anche il futuro rapporto col centro sinistra.
Ora il sindaco dovrà mettere mano alla sostituzione: Pd o esterno? L'ipotesi è l'ingresso della Bonanno con una ridistribuzione delle deleghe.
Ecco la lettere dell'assessore
"Oramai quasi quotidianamente mi trovo a dover leggere di fughe di notizie che riguardano il presunto ritiro delle mie deleghe assessorili. E' evidente che gran parte della maggioranza non mi voglia più in Giunta da molto tempo. Ho apprezzato molto le parole dell'amico Nicola a cui va tutto il mio affetto, ma una cosa è l'amicizia che mi dimostra e un'altra è il Partito Democratico che mi vuole fuori dai giochi. Ogni giorno sono costretto a rincorrere i giornali per gettare acqua sui continui incendi appiccati ad arte dal PD per sfibrare l'operato del mio assessorato. Ciò sarebbe anche accettabile se non fosse che questi continui auto-sabotaggi finiscono per ingessare la città con scelte sull'impatto socioeconomico davvero discutibili. Fino a quando lo scontro investe la mia persona, è possibile trovare una quadra, ma quando queste coltellate alle spalle sviliscono l'azione politica del gruppo che mi sostiene il discorso cambia. Comprendo il rammarico del sindaco che oramai non riesce più a contenere gli appetiti di chi, in maggioranza, sogna in grande per sé a discapito della città, ma va trovata una soluzione scomoda ma necessaria. Se il PD vuole cacciarmi allora sarò io ad andarmene chiudendo personalmente questa esperienza quinquennale molto diversa e peggiore della prima. Da oggi la città è nelle mani del PD esattamente come qualcuno ha sempre desiderato. Auguro un grande in bocca al lupo a chi mi sostituirà ma soprattutto alla città di Porto San Giorgio".
