Quattro vigilantes sbattuti da Porto San Giorgio a Roma con una semplice mail

15.11.2022
L'avv.Andrea Agostini
L'avv.Andrea Agostini
 Fendi, marchio italiano del lusso appartenente al gruppo francese LVMH, cessa l'attività a Porto San Giorgio per ampliarla con trasferimento il 22 agosto 2022 a Fermo presso un nuovo stabilimento, inaugurato il 5 ottobre scorso, dove i servizi di vigilanza continuano ad essere svolti da soggetti in divisa Battistolli.

L'azienda fornitrice di servizi al noto brand, quest'ultimo impegnato socialmente nel fermano non solo con una politica forte di investimenti e di crescita nelle assunzioni dei lavoratori, ma anche di formazione con progetti di collaborazione con le scuole e di rispetto della qualità dell'ambiente, occupa a tempo indeterminato tra gli altri quattro lavoratori, che si sono rivolti a me per le necessarie tutele e con la richiesta di questa lettera aperta per far sentire la loro voce.

E' la storia, usando nomi di fantasia, di Maria, marito precario e figlia minorenne da crescere; Giovanna, separata da un marito violento, un figlio agli studi universitari e un altro 18enne inoccupato cardiopatico; Mario, moglie con pensione di invalidità e figlia 24enne disoccupata in categoria protetta; Antonio, figlia 21enne affetta dalla nascita da cri du chat, gravemente disabile, che necessita di assistenza continuativa perché incapace di comunicare verbalmente e autonomamente di mangiare, vestire, muoversi.

Persone non più giovani, over 50, provate dalla vita, di certo persone sfortunate quando lunedì 7 novembre 2022, essi ricevono due notizie di quelle che cambiano la vita, in peggio.

Al mattino una mail li avvisa che i servizi di vigilanza nello stabilimento di Porto San Giorgio cessano il giorno stesso alle ore 12; il pomeriggio una raccomandata li informa che "l'appalto Fendi" è cessato, si dispone una settimana di ferie, quindi di prestare servizio a Roma dal lunedì successivo.

Assunte nel 2019, sempre impegnate nello stabilimento di Porto San Giorgio, quattro persone in un sol giorno, invece di essere ricollocate a 12 km di strada, si trovano così spedite a 250 km lontano dalle loro famiglie, cui prestano fondamentale sostegno materiale e morale.

Quattro famiglie sono ora nel limbo.Inevitabile per i lavoratori impugnare il loro trasferimento come disposto dal fornitore di servizi e sperare che, pure chi non ha responsabilità diretta, attento a valori di inclusione sociale, prenda coscienza dell'accaduto. Poter lavorare nella capitale a volte può essere un'opportunità, un lusso, ma dover scegliere tra andare o restare, il lavoro o la famiglia, è sempre una scelta difficile, a volte un elevatissimo insostenibile costo sociale.