Fermani: basta personalismi, serve una svolta nella cultura amministrativa 

18.12.2021
Giancarlo Fermani
Giancarlo Fermani
"In Italia abbiamo un governo di tutti, perchè non possiamo farlo a Porto San Giorgio? Basta mettere da parte l'io di uomini e partiti e affrontare l'opportunità che deriva dal Pnrr con idee chiare e progetti condivisi". È il Giancarlo Fermani pensiero che, al timone del cosiddetto quarto polo, sta viaggiando nella cittá in una campagna di ascolto e confronto. Nell'agenda ci sono associazioni, enti, sindaco, partiti e civici. Gli appunti sono tanti e sostanziali ma per parlare di posizionamento del suo gruppo è prematuro.

"Dobbiamo rivedere la cultura del fare politica -prosegue Fermani - partire non dalle poltrone ma dai curricula. Serve professionalità perchè la sfida che ci aspetta è sostanziosa per fare Porto San Giorgio".
A cominciare dal porto?

"Certo.  Ma approvare il piano regolatore portuale non è un punto di arrivo, non una etichetta elettorale. Farsi trovare pronti con elaborati tecnici  per Capitaneria, centro congressi e altro ancora è cosa buona e giusta. D'altronde quello che fanno paesi come Finlandia, Olanda....si presentano con progetti in mano e chiedono fondi. Questa è la rivoluzione culturale che dobbiamo mettere in atto".

Come per strade, autostrada e infrastrutture che un piccolo comune da solo non può affrontare...

"Sono obiettivi strategici per la crescita della città  ma c'è bisogno di comprensorio, di Regione per progettare e poter attingere a finanziamenti. Proprio ieri ero ad un convegno a Fermo e ascoltando gli interventi ho sentito le parole mare monti, lungotenna ma mai Valdete. Eppure col piano regolatore portuale c'è bisogno di incidere con arterie importanti e territoriali ma se la politica non mette sul tavolo esigenze ed idee rischiamo di rimanere isolati".
Questo vale anche per  turismo e commercio?

"Non si può pensare alla Porto San Giorgio del futuro senza un nuovo lungomare, senza un sistema urbano sostenibile, senza un sistema ricettivo adeguato alla domanda. Oggi manca la visione, la progettualità, ma prima ancora la discussione con cittadini e imprenditori per un concorso di idee. Senza di queste come possiamo fare un progetto e andare a chiedere finanziamenti come fanno Rimini, Riccione e via dicendo? Bisogna avere una  gestione moderna della cosa pubblica".

Se a fare politica a Porto San Giorgio sono sempre gli stessi come è possibile realizzare questa rivoluzione?
"Occorre partire dalla cultura del fare politica. Basta con quella che ha come fine gli sgabelli. Un sindaco, un amministratore deve fare quello di professione, con la giusta retribuzione e ognuno per le proprie competenze. Scegliamo sulla base di curriculum, poi le idee cammineranno con le proprie gambe".
E' immaginabile a Porto San Giorgio una amministrazione bipartisan, civici compresi?

"Perchè no!".
Un Draghi della situazione ce l'abbiamo?

"Se partiamo da idee e progetti non è quello il problema.  Sacrificio e responsabilità, poi gli uomini con le giuste competenze si trovano". 

Il quarto polo è pronto a questa nuova sfida?
"Stiamo dialogando con tutti, non facciamo barricate: nè a sinistra e nè a destra. Abbiamo in mente una amministrazione per la città basata sulla concretezza. Se ognuno farà il suo ci sarà spazio per tutti come sta facendo il governo centrale. Stanno arrivando tanti di quei fondi che con i litigi si rischia solo di non sfruttarli".

#portosangiorgiotoday